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Gli Dei sul flyboard

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Il flyboard, a lungo sognato dalla fantascienza, oggi è realtà, e realizza il mito dell'uomo volante. Una storia più lunga di quanto potremmo pensare.

La notizia è di questi giorni: con un flyboard, un "uomo volante" ha sorvolato la Manica.
L'apparizione reale del flyboard - un grande classico della fantascienza, specie cyberpunk, ma non solo: una versione più da strada ha un ruolo centrale dal secondo "Ritorno al futuro" in poi - era divenuta virale con l'ultima uscita pubblica di Macron, che si era fatto scortare da un agente in flyboard per sorvegliare meglio la situazione ai fini di prevenire eventuali attentati. Naturalmente, Macron ci tiene anche all'immagine di tecnocrate illuminato, e quindi l'uso di tale sistema avveniristico di difesa probabilmente ha anche le sue ragioni propagandistiche, come del resto è sempre avvenuto nella storia.

Indubbiamente, comunque, lo sviluppo tecnologico è affascinante, perché va a colmare un sogno dell'uomo di lunghissima data. Certo, è chiaro: nel 1783 i Fratelli Montgolfier hanno per la prima volta completato questo sogno (guadagnandosi un'ode di Vincenzo Monti), che nel corso del '900 è stato migliorato nell'areonautica moderna.

Ma si tratta sempre di uomini che volano con un mezzo di trasporto: l'uomo volante è un sogno più potente e più antico. L'ascendere miracolosamente in cielo è da sempre un attributo divino, nella tradizione ebraica (e quindi cristiana) come in quella classica: dove Hermes, del resto, lo fa grazie a dei calzari alati, quindi con uno strumento, sia pure magico e non chiaramente tecnologico.

E volare, non a caso, è la suprema sfida agli dei: Icaro, che vuole volare verso il sole con le ali create da Dedalo, si schianta miseramente, come pure avviene a Simon Mago, che dichiara di volare con poteri superiori e sfida Simon Pietro, leader dei cristiani. Questi prega, e Simon Mago si sfracella al suolo. Sì, volare ha un che di diabolico nell'era medioevale: non a caso lo fanno le streghe, a cavalcioni di una scopa oppure direttamente di un demone.

Il principio scientifico sotteso alle mongolfiere, comunque, era noto ai cinesi fin dal 200 d.C., che li utilizzavano per le loro lanterne volanti ma anche, pare, per i primi esempi di palloni frenati a uso bellico. Tra umanesimo e rinascimento, con lo sviluppo di sempre più intense comunicazioni con l'Oriente, l'idea giunge anche in Occidente, a livello teorico, assieme alla polvere da sparo, alla bussola, alla stampa.

 

L'idea di un uomo volante per mezzi tecnologici si fa sempre più strada dopo la rivoluzione scientifica, che ha rafforzato la fede negli strumenti tecnici (il cannocchiale), diminuito quella verso i mezzi magici-religiosi e aperto lo scenario del cielo. Uno dei primi celebri racconti a descrivere un uomo volare per raggiungere la Luna è quello di Cyrano de Bergerac, che ipotizza nel 1657 due viaggi meravigliosi nei reami della Luna e del Sole. L'espediente è semplicissimo: alcuni palloncini legati in vita e agli abiti e via, verso l'infinito e oltre.

Una figurazione ingenua? Certo. Ma il salto concettuale dall'Ippogrifo di Ludovico Ariosto, nell'"Orlando Furioso" (1532) è enorme. Un caso simile ritornerà in Restif de la Bretonne, nel 1781, nella "Decouverte Australe", in cui appare un simile esploratore dotato di un sistema di volo altrettanto utopico, ma non dissimile da una versione sintetica di aliante leonardesco, o dal costume di un supereroe della Golden Age.

Due soli anni dopo appare la mongolfiera: anche la protofantascienza si adegua: il mezzo per l'esplorazione del cosmo diventa il pallone (come, ad esempio, è ancora nell'Hans Pfaal di Edgar Allan Poe, nel 1835). Con la rivoluzione industriale, la ferrovia, i piroscafi, cannoni sempre più potenti, a metà '800 un genio come Verne può anticipare a metà Ottocento - sia pur rozzamente - una missilistica avvicinabile idealmente a quella moderna. L'uomo volante sparisce del tutto? Sì e no.

La sua rinascita prende forza nel '900. Nel 1928, su Amazing Stories, appare un dispositivo per l'uomo volante in The Skylark of Space, che ha anche l'onore della copertina. Ma a fare il successo di nuovi uomini volanti sono i supereroi, che incarnano quel mito il cui ritorno era nell'aria. Alcuni, tipo Batman, possono anche avere aerei personalizzati: ma il supereroe, per definizione, vola, come Superman, o almeno "cade con stile" come Batman e altri mille che, perlomeno, si slanciano in salti spettacolari - talvolta assistiti dalla tecnologia - dall'alto dei grattacieli della città moderna. Il trasvolatore tecnologico per eccellenza è della Silver Age of Comics, ed è naturalmente il marvelliano Iron Man: anche se, esteticamente, il flyboard può far pensare anche a una versione high-tech di Silver Surfer.

Tra anni '70 e '80 il flyboard ha trovato la sua incarnazione ideale nella fantascienza disillusa e distopica del cyberpunk, dove spesso ha un ruolo non distante da quello che si avvia ad avere nel mondo reale, con Macron e futuri soci: arma di sorveglianza dei poliziotti futuri, umani, cyborg o robot che siano, e strumento di rivolta dei guerriglieri urbani che li combattono per idealità, interesse o puro spirito punk.

Siamo così tornati al punto di partenza: e la storia del flyboard come strumento fantastico, possiamo giurarci, si conclude qua. D'ora in poi se ne tornerà a parlare, magari anche nella fiction: ma uscendo in questo caso dalla fantascienza per entrare in un paradossale realismo.

 

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