

Evercade, il retrogaming facile, più o meno
Evercade rappresenta a oggi la soluzione più semplice e modulare per godersi qualche vecchia gloria retrogaming, con qualche "ma" che va contro la filosofia generale del progetto.
C’è qualcosa di poetico nel tenere in mano una cartuccia. Quel piccolo oggetto rettangolare, spesso ingombrante, che sembra uscito da un’epoca in cui i videogiochi erano ancora un’esperienza tattile, quasi fisica. Non stiamo parlando di un file scaricato da un server, né di un emulatore che gira su un dispositivo qualsiasi. No, stiamo parlando di una cosa reale, che puoi toccare, collezionare, scambiare. E Evercade, in questo senso, è un sistema che ha capito tutto.
Lanciato nel 2020, Evercade è una delle proposte più interessanti nel panorama del retrogaming moderno. Non è una console vintage originale, non è un emulatore su Raspberry Pi, e non è nemmeno una di quelle mini-console che hanno invaso il mercato negli ultimi anni. È qualcosa di diverso: un sistema che cerca di conciliare la nostalgia con l’accessibilità, il collezionismo con la praticità.
Il concept è semplice: una console (o meglio, una famiglia di console, tra handheld, sistemi fissi e mini cabinati) che funziona con cartucce fisiche. Ogni cartuccia contiene una selezione di giochi retro, spesso curata in collaborazione con gli sviluppatori originali o i detentori dei diritti. Il prezzo è accessibile, la qualità costruttiva è solida, e l’esperienza di gioco è buona, senza troppi fronzoli.
Le cartucce, pur non apprezzando sempre la scelta dei giochi inseriti, mi pare un'ottima soluzione per Evercade. Ogni cartuccia è una piccola capsula del tempo, una selezione tematica di giochi che racconta una storia. Ci sono cartucce dedicate a franchise iconici come Atari, Interplay o Namco, ma anche collezioni più di nicchia, che riscoprono perle meno conosciute, volendo è anche possibile dare fiducia a cartucce con giochi indie contemporanei (cosa che ovviamente faranno in pochissimi, però tant'è).
Ogni titolo è corredato da una piccola spiegazione e forse qua sarebbe stato bello avere qualcosa di più a corredo: artbook, locandine. In alcuni casi ci sono e rappresentano il gioco nel sistema, ma un po' di contenuti di appendice non avrebbero guastato. Così come sarebbe bello che certi titoli, tipo Street Fighter, non fossero disponibili solo precaricati in determinati hardware, ma immagino sia colpa degli accordi presi.
Il prezzo delle cartucce varia in base al contenuto, con una forbice che va da 19 ai 25 euro e l'offerta è abbastanza varia da comprendere vecchie glore e cose più recenti, diciamo fino alla Ps1. Ovviamente si può sempre fare di meglio, ma è una collezione in contina espansione e il recente accordo con Neo Geo mi fa sperare bene per il futuro.
Poi delle cartucce ovviamente amo la fisicità. In un’epoca in cui tutto è digitale (e va benissimo così, ho poco spazio), in cui i giochi vivono su server remoti e rischiano di svanire nel nulla se un servizio chiude, l’Evercade ci ricorda che esiste ancora un’alternativa. Le cartucce sono oggetti tangibili, che puoi tenere in mano, esporre su uno scaffale, scambiare con un amico. Non hanno bisogno di connessioni internet, di account, di aggiornamenti. Sono lì, pronte a funzionare, oggi come tra dieci anni.
E questo, per me, è un valore enorme. Sapere che la mia collezione di cartucce sarà sempre accessibile, indipendentemente da cosa succederà a Evercade o ai servizi cloud, mi dà un senso di sicurezza che il digitale non potrà mai offrire. È come avere una libreria di libri cartacei: anche se il mondo cambia, anche se la tecnologia evolve, quei giochi saranno sempre lì, pronti a riportarmi indietro nel tempo.
Il mio Mame lo fa meglio
Quello che mi piace dell’Evercade è la sua filosofia. Non è una console per puristi, né per chi vuole ostentare una collezione di rarità da migliaia di euro. Sappiamo benissimo che con un retropie o con una console FPGA potete fare meglio e di più, sappiamo benissimo che niente batte il real hardware con un bel catodico. Ma sappiamo anche che non per tutti questa è la soluzione più veloce, semplice, fattibile. Se ti dico che io sto bene con la mia bici che mi porta serenamente in città è inutile che mi vieni a dire che ci arriverei prima con l'auto. Non stiamo parlando la stessa lingua.
Evercade è una console per chi vuole giocare, per chi vuole riscoprire titoli dimenticati o scoprirli per la prima volta. È un sistema che democratizza il retrogaming, rendendolo accessibile a chi non ha voglia di impazzire con emulatori, ROM e configurazioni infinite. È un’obiezione che sento spesso, e che capisco perfettamente. Gli emulatori sono strumenti potenti, che permettono di giocare a migliaia di titoli retro su praticamente qualsiasi dispositivo. Eppure, c’è una differenza fondamentale tra l’approccio dell’Evercade e quello degli emulatori: la cura della collezione.
Inoltre con un emulatore, è facile cadere nella trappola del “troppo” (non voglio neppure farne un discorso di legalità, ovviamente non mi interessa anzi, viva l'emulazione che spesso salva roba meno conosciuta). Scarichi centinaia di ROM, magari giochi che non hai mai giocato e che non giocherai mai, e li lasci lì, abbandonati in una cartella del PC. L’Evercade, invece, ti invita a fare una scelta. Ogni cartuccia è una piccola selezione curata, che ti costringe a riflettere su cosa vuoi davvero giocare. È un approccio più lento, più meditato, che ti permette di apprezzare davvero ogni titolo. Non voglio dire "da vinile", ma quasi.
E poi c’è la semplicità. Con l’Evercade, non devi preoccuparti di configurazioni, di driver, di compatibilità. Inserisci la cartuccia, accendi la console, e giochi. È un’esperienza immediata, che ti riporta direttamente all’essenza del retrogaming: il piacere di giocare. Il software è semplice, forse un po' lento in startup, aggiornabile in remoto. Ovviamente si può salvare in ogni momento e riprendere da dove ci si è fermati, purtroppo non in cloud, quella si che sarebbe una figata, visti i molti sistemi.
Una cartuccia, molti sistemi
Uno dei punti di forza dell’Evercade è infatti la sua versatilità. Non si tratta di una singola console, ma di una famiglia di dispositivi, ognuno con il suo fascino e le sue peculiarità.
C'è Evercade VS-R che è la versione fissa, perfetta per chi vuole giocare sul divano, davanti alla TV. Con due controller inclusi e la possibilità di giocare in multiplayer, è l’ideale per condividere l’esperienza retrogaming con amici e familiari. Costa 100 euro nella sua versione con dentro i primi tre Tomb Rider. Forse un po’ caro per quello che offre.
Evercade EXP -R è invece la versione portatile, quella che ho usato di più. L'ergonomia è buona, ha una batteria che dura a sufficienza per almeno tre o quattro ore di gioco continuato, uno schermo IPS luminoso, il jack per le cuffie, con un tasto va in modalità verticale per gli sparatutto, è leggera e gli manca solo una porta di connessione alla TV (e forse gli analogici) e il bluetooth per essere perfetta. Costa 120 euro e anche qua per adesso c'è solo il bundle con Tomb Rider. Anche qua forse venti euro in meno era meglio.
Se poi vi piace portatile c'è anche il Super Pocket, grande circa come un Game Boy con quattro versioni differenti in base ai giochi installati (Taito, Capcom, Atari o Technos). Costano circa 60 euro. Tra giochi interni e quelli delle cartucce mi pare un buon compromesso.
Infine abbiamo l'Evercade Alpha, cioè due mini cabinati, uno dedicato il mini cabinato, che porta l’esperienza dell’Evercade in un formato arcade, completo di joystick e pulsanti. È l’opzione più costosa, ma anche quella che meglio cattura lo spirito delle sale giochi degli anni ’80 e ’90. Ci sono due tipi di offerta, uno con Street Fighter II, Turbo, Alpha, Alpha 1, 2 e 3 e Puzzle Fighter II, una con Mega Man Power Battle, Mega Man 2, Final Fights, Knights of the Round, Strider e Carrier Airwing. Costa 250 e onestamente al di là di tutto è un prodottino niente male. Le dimensioni sono contenute, ma il peso è sufficiente a rimanere stabile, il controller arcade a sei tasti è preciso e dà un ottimo feeling. Non sarà portatile ed è senza dubbio il più costoso del gruppo ma, se proprio devo scegliere una versione casalinga, scelgo questa. E non è per Final Fight, giuro.
Tutti questi sistemi, lo ribadisco, oltre ai giochi eventualmente installati condividono lo stesso sistema di cartucce, il che è una gran cosa se vuoi giocare in giro con tutta la collezione che ti sei creato, che secondo me dà al tutto un discreto valore aggiunto.
Il paradosso della scarsità
Ma c’è un problema. Un problema che, ironicamente, va contro tutto ciò che l’Evercade rappresenta. Sto parlando della scarsità delle cartucce.
Perchè al di là del retrogaming reso facile e accessibile, alcune delle prime cartucce sono diventate introvabili, oggetti da collezione che si vendono a prezzi esorbitanti su eBay o nei forum specializzati. È un paradosso che stride con la filosofia stessa della console: come può un sistema che vuole rendere il retrogaming alla portata di tutti fallire nel suo obiettivo proprio a causa della scarsità dei suoi prodotti?
Parte del problema è legato alla produzione. Alcune cartucce sono state prodotte in tirature limitate, e una volta esaurite, non sono più state ristampate. Il risultato è che titoli come la collezione Piko Interactive o la cartuccia della Codemasters sono diventati oggetti da collezione, accessibili solo a chi è disposto a spendere cifre assurde. Io per la seconda me la sono cavata con una cinquantina di euro su Vinted perchè la volevo, ma ho visto anche copie superare i 100 euro.
E qui sorge la domanda: è giusto? È giusto che un sistema nato per democratizzare il retrogaming finisca per replicare le stesse dinamiche di scarsità e esclusività che hanno sempre caratterizzato il mondo del collezionismo? Ovviamente no, ma nonostante tutto, credo che l’Evercade abbia ancora molto da offrire. La Blaze Entertainment, l’azienda dietro il progetto, ha dimostrato di ascoltare la comunità, di essere disposta a sperimentare e innovare. E forse, proprio partendo dai suoi errori, potrebbe trovare il modo di risolvere il problema della scarsità, magari con ristampe periodiche o con un sistema di preordini più trasparente. Dubito vorranno mai introdurre la possibilità di scaricare i giochi direttamente sulla console in caso di vecchie cartucce introvabili, e forse è meglio così, perchè crollerebbe tutta la fisicità dell'esperienza.
Nel frattempo, l’Evercade rimane una delle proposte più interessanti nel mondo del retrogaming. Non è un ecosistema perfetto, le carenze son ancora tante, la collezione andrebbe ampliata moltissimo, ma riesce a conciliare passato e presente, nostalgia e innovazione. E anche se a volte le cartucce scarseggiano e l'hardware è perfettibile il suo messaggio è chiaro: il retrogaming è per chiunque abbia voglia di giocare, di scoprire, di vivere mille vite (lol) attraverso i pixel di un’epoca passata e che non dev'essere solo memoria incartapecorita, ma qualcosa di vivo e presente.
E forse, alla fine, è proprio questo il suo più grande successo.