STAI LEGGENDO : Endless Dungeon e il bar ai confini della galassia

Endless Dungeon e il bar ai confini della galassia

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Godersi un drink e scalare una torre spaziale ricca di insidie e tesori? Una passeggiata in Endless Dungeon di Amplitude Studio.

Amplitude Studio è una delle case che apprezzo di più quando si parla di videogiochi. Raramente l'avrete sentita nominare per nome, ma già citare Endless dovrebbe farvi sistemare le antenne: Endless Space, Endless Legend, Humankind (tra le altre cose, uno dei migliori strategici in circolazione) e Dungeon of the Endless, una delle più vecchie glorie targate Amplitude che oggi rinasce come Endless Dungeon, oggetto di questo mio sproloquio in arrivo. Ah e sapete che Solasta: Crown of the Magister è frutto di uno ex sviluppatore di Amplitude e non a caso è uno dei migliori RPG isometrici a tema D&D? Così, giusto per mettere in chiaro la professionalità di cui parliamo.

Endless Dungeon è una sorta di seguito del suo semi-omonimo predecessore, il cui cuore pulsante è l'esplorazione di questa grande navicella spaziale con numerosi biomi in una struttura roguelite. Un manipolo di eroi raffazzonati dovrà esplorare stanza dopo stanza, edificare delle difese e scortare un cristallo speciale ogni volta che si vorrà raggiungere un nuovo blocco della nave. Chiamatelo cooperativo a eroi (infatti è anche multigiocatore) o tower defense, a Endless Dungeon non importa: la sua mistura è sempre stata unica e accattivante, soprattutto perché può vantarsi di essere una delle idee più antecedenti a quelle popolari che si sono accese negli ultimi anni.

Non si campa nel passato però: sebbene Dungeon of the Endless sia ancora un signor gioco con diversi contenuti aggiuntivi (comprese le skin di Team Fortess 2, tanto per datare la sua antichità), non è più tanto performante come un tempo, la pixel art sta assumendo contorni sempre più inclini alla perfezione e anche l'idea dei top-down shooter si è innovata con il 3D, specie su PC e con progetti come Helldivers a farne da capostipite. Così, anche per rimischiare le carte in tavola, Amplitude Studio ha rivisto la sua tavolozza sci-fi e ha creato Endless Dungeon per essere una versione più accattivante di suo padre, ma in tutto e per tutto salda all'anima da dungeon crawler che ne determina la forza vitale.

Una nuova mistura

Quello che viene rivisto maggiormente è lo stile estetico, completamente diverso rispetto a prima e molto più cartoon, o così verrebbe definito da qualcuno. Io invece lo descriverei come sgargiante, plasticoso e un po' rozzo, mai nitido come in realtà lo è nelle scene d'intermezzo disegnate in stile american comicbook. Il che è perfetto perché trasla l'identità pixellata di Dungeon of the Endless, la cui concezione avviene negli anni in cui più che il realismo e i tanti frame si usavano figure poco definite nei lineamenti per far sì che fossero gli ambienti e la fluidità dei movimenti a defirne le caratteristiche.

Ciò in Endless Dungeon si traduce in abilità molto, molto appariscenti per i diversi eroi disponibili nel roster. Ognuno infatti ha due mosse, di cui una “finale”, che ben legano con i loro lineamenti caratteristici e vanno a potenziarne l'identità generale, ben oltre il vestiario. Ad esempio, il primo personaggio è uno spazzino finito lì per puro caso e perciò, da necessità virtù, sfrutta saponetta e scopa per creare esplosioni di candeggina che danneggiano i nemici e li rallentano. La sua compagna però, una signora in completa armatura pesante e una mitragliatrice della stessa mole, utilizza l'artiglieria più ferrosa possibile e tira fuori raggi laser devastanti, ma indovinate un po'? Adora anche il metal e il rock e la musica fa male più dei proiettili quando è lei a produrla, tanto da essere l'arma scelta per la sua mossa finale. E poi via di upgrade, rarità di armi da scovare nelle stanze e numerosi potenziamenti da sbloccare tra una sfida e l'altra.

Certo, è bene ricordare che non saranno solo i vostri eroi a dover fare il lavoro sporco (o pulito con lo spazzino), dovrete pur sempre costruire delle difese utilizzando un sistema di risorse che accomuna tutti i giochi di Amplitude Studio: oro, industria, agricoltura e scienza. Esplorando troverete sia i nodi dove costruire macchine, come torrette e trappole, che artefatti particolari in cui inserire macchine che aumentano la produzione di risorse e altre interazioni particolari che fanno parte della casualità generativa di Endless Dungeon.

Farsi un drink e ascoltare buona musica

Il flusso del gameplay è accattivante come ogni rogue lite e ciò che alla fine vi farà, eventualmente, preferire il gioco ad altre alternative è quel misto con Tower Defense che tiene sempre sull'attenti, vi invita alla pianificazione e a gestire contemporaneamente più fronti di difesa. Insomma, non siete solo voi, l'eroe di turno, che avanza e si potenzia con sistemi meccanici prevedibili. Siete voi e l'ambiente, voi e il vostro cervello o voi e la vostra capacità organizzativa a evolvere e ad andare avanti, a migliorare nella realtà piuttosto che nelle statistica simboleggiata metaforicamente da un numero limitato di byte e pixel. E, almeno per me, non c'è niente di più stimolante di una sfida dal sapore così onesto e curato, specie se viene realizzata con una cura maniacale come spesso avviene nei titoli Amplitude. A questo giro però penso l'elemento di spicco non sia tanto la nave dove si svolge il gameplay puro, piuttosto è l'HUB che fa menù di gioco tangibile a essere un faro di speranza e qualità.

In questo bar tra i mondi innazitutto c'è una band che suona 24/24 dell'ottima musica dal vivo, il che già gli fa guadagnare punti rispetto a qualsiasi cittadella decaduta piena di NPC dai dialoghi criptici. Ma poi c'è un'atmosfera da fantascienza remixata con del buon jazz o blues elettronico, una serie di clienti che piano piano ti ritrovi a conoscere perché bloccati in quel limbo come te e guai a rinunciare ai piaceri dell'alcool o dell'ottima compagnia se propri bisogna marcire in una scatola metallica che fluttua nello spazio e nel tempo. Se proprio non volete bere potete passare il tempo a leggere i log che avrete raccolto di quando in quando nelle missioni precedenti, oppure potenziare il vostro armamentario e aumentare le vostre possibilità di sopravvivenza, male che vada ci berremo su no?

Morire non è mai stato così dolce e, per quanto strano, è forse il cambiamento che non mi aspettavo di desiderare dall'ecosistema di Dungeon of the Endless. Dimenticato il freddo menù con cui far ripartire le mie avventure, il Bar di Endless Dungeon mi ricorda il perché nei rogue lite sia così vitale avere un nido in cui tornare e sperimentare un po' di normalità.

Concederci una pausa, scoprire di sulle arene in cui si combatte e conoscerne gli abitanti diventa una parte essenziale del coinvolgimento, per farci sentire come appartenenti a quel mondo – o universo in questo caso – e non semplici estranei venuti a mietere bestie e malvagi generici. Hades, almeno per me, è proprio con questo tipo di trucco che è riuscito a catturarmi, approfittando forse della debolezza inconscia di cercare una quotidianità a cui appartenere anche nella finzione. Endless Dungeon (e un altro di cui vi parlerò a breve) è riuscito anch’esso a intrappolarmi, perciò meglio che torni a finire il mio drink: ho delle stanze da aprire a suon di mocio Vileda.

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