E così vuoi sapere cos'è l'Omegaverse
Lo si nomina spesso accompagnato con le parole "No, non googolarlo, per carità!" e se fino ad ora non ne avete mai sentito parlare, lasciate che sia io a darvene un'idea, prima di vedervi fuggire.
È un pomeriggio, o forse una sera, di quindici anni fa o giù di lì. Stai partecipando a quel meraviglioso gioco collettivo che è il fandom e più specificamente stai leggendo i prompt in una community di fanfiction di Supernatural, il SPN Kinkmeme.
Funziona così: si usa lasciare spunti, idee, indicazioni per chi vuole scrivere, si delineano i confini di una storia che abbia certe caratteristiche, uno scenario particolare, una combinazione di elementi, di ship, di tropes, di kink, e se qualcuno si sente ispirato da questi spunti, ci scriverà sopra una fanfiction. O due. O migliaia.
Si chiamano prompt, ovvero suggerimenti, o richieste, solleciti, imbeccate, se usassimo un termine teatrale. “Scriviamo una storia in cui X e Y fanno Z, ma immaginando che X sia così e Y invece cosà, con dentro questo trope e quest’altro e ambientata nell’universo taldeitali”.
Ogni fandom ha un kinkmeme, o più di uno, e funzionano in maniera completamente autonoma, perlopiù anonima e autoregolata. Vengono postati prompt e alcuni ricevono risposta, altri no. I prompt più popolari hanno decine di fill, da storie brevi a storie multicapitolo che vanno avanti nel tempo, anche per anni.
Sei lì e stai scorrendo i post e ti viene un’idea.
Jensen Ackles e Jared Padalecki, RPF, ma con un twist… Come in quella serie in cui il suo personaggio andava periodicamente “in calore” per colpa del dna felino, Dark Angel, Jensen ha anche qui delle pulsioni particolari e così anche Jared e tutti coloro che vivono in questo ipotetico universo. Jensen è un Omega e Jared un Alpha e mettiamoci anche un po’ di quella cosa che ricorre nelle storie di lupi mannari, il knotting, ma senza la parte della bestialità: perfetto!
Crei il tuo prompt e viene fuori una cosa così:
(Quella che segue è una traduzione dell’originale, dove alcuni termini specifici sonio stati sostituiti con parole che non facciano arrabbiare nessun algoritmo e non ci releghino in nessun angolino della rete dietro la lavagna con le orecchie d’asino e la scritta “zozzoni” al collo.)
L'inizio del delirio
AU - Il loro mondo è come il nostro… tranne che… nel loro mondo ci sono due tipi di uomo. Uno è il maschio alpha, l’alpha male e l’altro è il Bitch male. Gli Alpha sono maschi normali a parte per i loro ORGANI DELL’AMICIZIA che funzionano come quelli dei cani (hanno il nodo e un sacco di PRODOTTO INTERNO LORDO) mentre il Bitch male è un maschio normale ma senza lo speciale ORGANO DELL’AMICIZIA.
Vorrei vedere un Jared Alpha male e un Jensen Bitch male. Jensen è un sussiegoso pudico moralista (tipo Lilly in Lilly e il Vagabondo) che sarà anche un Bitch male ma non lascerà certo che chiunque possa avere accesso al suo ADORABILE GARAGE SUL RETRO… fino a che non incontra Jared… e a quel punto il pudico Jensen si trasforma in una GRANDE AMANTE DEL GELATO per Jared. Punti bonus se J2 è l’OTP, se Jensen era vergine prima che arrivasse Jared e ora che si sono incontrati è per sempre.
Lascio totalmente a voi decidere se l’accoppiamento si svolga ovunque capiti, tipo in mezzo ai marciapiedi, in un parco o se sia più in privato.
Lanci il prompt e non lo sai, ma hai fatto la storia del mondo del fandom.
Hai appena creato l’Omegaverse.
Non sappiamo chi sei, ma la prima fic in risposta arriva da tehdirtiestsock e si chiama "I ain't no lady, but you'd be the tramp" e da lì in poi non si fermerà davanti a nulla.
Non davanti al buon gusto.
Non davanti al buon senso.
Non davanti a una causa legale.
Non c’è scampo, non c’è modo di nascondersi: l’Omegaverse dilaga e ovunque arriva mette radici.
Come nel prompt originario, l’Omegaverse si basa sul concetto di un mondo in cui le persone sono divise in Alpha, Beta (e non più Bitch, fortunatamente) e Omega, talvolta solo Alpha e Omega, talvolta anche varianti corrispondente ad altre lettere dell’alfabeto corrispondenti a varie sfumature del concetto. Da qui viene la consuetudine di riferirsi a questo mondo anche semplicemente come A/B/O o ABO, anche se è una sigla che viene usata sempre meno perché , pur trattandosi assolutamente di una casualità, la parola è un modo dispregiativo e offensivo di riferirsi ai nativi australiani.
Gli Alpha hanno una personalità aggressiva e dominante e sono dotati di organi genitali capaci di formare un “nodo” o knot, come succede nei canidi, alla fine del rapporto, che li lascia bloccati, per un certo periodo, attaccati al partner.
Gli Omega, all’esatto opposto, sono generalmente più miti e tranquilli e dotati invece di genitali maschili “normali”, diciamo così, ma hanno invece un utero che consente loro di rimanere incinti. Non sempre questa caratteristica è presente nelle storie dell’Omegaverse, ma quella che invece c’è sempre è quella del calore, ovvero periodi in cui gli Omega emettono un particolare tipo di feromoni che segnalano la loro disponibilità e, spesso, urgenza ad accoppiarsi e, eventualmente riprodursi.
I Beta sono sotto gli Alpha nella gerarchia generale e non hanno caratteristiche fisiche particolari. Di fatto, sono spesso assenti dalla maggior parte delle storie del genere e quando ci sono hanno un ruolo di ponte o mediazione tra le altre due parti in gioco.
La gravidanza maschile, detta anche Mpreg (da male pregnancy) è un trope gigantesco, che non è limitato all’Omegaverse, ma che qui trova un po’ il suo terreno fertile ideale e si declina in tanti diversi modi. Come forse avrete intuito, infatti, l’Omegaverse è un mondo prevalentemente maschile, dominato dalle ship slash, anche se esistono storie che includono anche Alpha, Beta e Omega femminili. In quel caso le Alpha hanno le stesse caratteristiche delle loro controparti maschili e hanno anche organi riproduttivi che permettono loro di fecondare gli/le omega.
Ispirazioni e tracimazioni
Naturalmente non possiamo non citare, tra le ispirazioni di questo tipo di universo narrativo… Star Trek, ovvio. Vuoi non citare Star Trek? Era un po’ che non lo facevo, ammettiamolo. Amok Time, la puntata che diede il via alla prima ship slash del mondo moderno, con il suo concetto del Pon Farr, mette anche le basi per uno degli elementi ricorrenti dell’Omegaverse.
Come succede ai Vulcaniani ogni sette anni, anche gli Omega vivono dei periodi di urgenza riproduttiva e pulsioni incontrollabili e se non si può dire che l’unica ispirazione per la questione venga da Star Trek, di sicuro l’influenza della popolarità di Spock e Kirk nel mondo dello shipping ha svolto un ruolo importante nell'influenzare l’ Omegaverse, consapevolmente o no.
È un mondo vasto, che ha fatto già più volte il suo debutto anche al di fuori dal fandom, con una immensa quantità di romance e di erotica, in questo caso sia etero che gay, con Alpha gelosi, dinamiche di branco, calori improvvisi, destini decisi dalla biologia e abbondanza di dettagli anatomici propri del genere, anche se è più raro che ci sia una vera e propria dinamica Alpha/Omega.
Anche nell'editoria mainstream qua e là si è visto comparire qualcosa, il caso più recente è quello del romanzo Bride, di Ali Hazelwood, autrice già di diversi fortunatissimi romance e - ma tu guarda - proveniente dal mondo delle fanfiction. Bride è però un paranormal romance basato sulle dinamiche tra vampiri e lupi mannari, quindi ha diversi degli elementi dell’Omegaverse, ma non si può definire tale al cento per cento.
Qualcuno ad un certo punto ha anche tentato di mettere sotto copyright l'Omegaverse, cercando di sfruttare potenzialità commerciali e cercando di dimostrare che era “roba sua e ne poteva scrivere solo lei”. Non andò benissimo, ci furono diverse cause per plagio contro altre autrici che avevano scritto usando gli stessi trope e stilemi del mondo A/B/O e la cosa si risolse in nulla, se non si conta il fallimento della casa editrice per cui pubblicava la scrittrice che aveva dato inizio alla faccenda.
Tutto bene?
Non serve forse esplicitare quanto l’Omegaverse possa essere problematico ed è una cosa che il fandom discourse - ovvero tutte le discussioni, i flame, il dibattito intorno al fandom - ha ben presente e ha affrontato sin dall’inizio e continua a sviscerare anche ora.
Innanzitutto è un universo narrativo inevitabilmente maschilista, se non addirittura misogino. I personaggi femminili sono perlopiù relegati ai margini delle storie, quando non addirittura eliminati totalmente dal quadro, con convenienti epidemie o eventi calamitosi di vario genere che lasciano il campo totalmente in mano agli uomini, Alpha, Omega o Beta che siano.
Le storie Omegaverse che includono anche le donne nella dinamica sono decisamente rare e anche quando ci sono, inutile negarlo, la dinamica stessa è profondamente patriarcale e, peggio ancora, basata su idee e strutture gerarchiche dove la prevaricazione, il dominio di una categoria di persone sull’altra, la violenza e l’abuso normalizzato sono elementi fissi.
Oltre a tutto questo, non si può non notare quanto sia un immaginario, pur nel suo essere sfaccettato e creativo, molto eteronormativo e radicato in un essenzialismo di genere, dove l’aspetto dei genitali di una persona e le sue emanazioni di feromoni determinano inveitabilmente il suo ruolo nella società e il suo destino. Pericolosamente sul filo della transfobia fatta trope.
Eppure chi scrive e legge Omegaverse, dimostrano sondaggi e ricerche fatti negli anni, è prevalentemente donna, spesso queer e in percentuale non trascurabile transgender a sua volta, come si spiega una dicotomia di questo tipo?
Non mancano le storie in cui il mondo dell’Omegaverse viene rappresentato come qualcosa da combattere e non uno status quo da accettare come inevitabile, storie distopiche, insomma, in cui due Omega decidono di sfidare tutto e tutti pur di stare insieme, storie in cui è facile vedere rappresentazioni delle difficoltà e delle battaglie della vita reale trasposte nel mondo A/B/O, usandolo come specchio scuro per raccontare la propria visione ed esperienza. Scrivere di Omegaverse può significare, quindi, mettere in gioco le questioni più delicate e sfaccettate degli stereotipi e delle dinamiche di genere, esasperarle e distorcerle.
E così abbiamo traffici clandestini di medicinali per bloccare il calore, Omega che vivono in clandestinità fingendosi Beta, Alpha che rifiutano il proprio ruolo di prevaricatori, movimenti di Omega ribelli e per nulla sottomessi, storie che esplorano tutte le possibilità di sovvertire il genere stesso e farne qualcosa di più ampio e forse un pelo meno problematico.
Al tempo stesso, l’Omegaverse resta anche il regno del cringe senza compromessi, senza scuse e senza vergogna, dove si entra sapendo quello che si va a trovare e lasciando alla porta anche il diritto a lamentarsi se poi si vuol far ricorso a ripetute concussioni per cancellare la memoria di quello che si è appena letto.
Insomma, se dovete raccontare a qualcuno cos’è l’Omegaverse, se proprio vi dovesse capitare di farlo, forse non comincerei con gli aspetti sociologici e le implicazioni più controverse, ma terrei presente che prima di tutto nasce e cresce come un altro modo, forse un po’ folle, sicuramente problematico, consapevolmente sopra le righe, di shippare, creare, divertirsi, trasformare. E poi, sì, beh, quando arrivate a dover spiegare cosa sia il knotting lì sono fatti vostri.