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Come mai ogni 8 gennaio lasciamo entrare Ascanio

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Breve storia di “Esce ma non mi rosica”, inno dell’internet italiano e simbolo delle canzoni straniere italianizzate

Già dal giorno prima se ne comincia ad avvertire il richiamo. Magari qualcuno dei vostri amici alle 22 del 7 gennaio ha iniziato a scrivere su internet “Fra poco dobbiamo far entrare Ascanio!” e voi siete rimasti là a chiedevi di cosa diamine stava parlando. Poi improvvisamente oggi, l’8 gennaio, vi trovate la bacheca di Facebook invasa da vecchissimi video di una band araba sottotitolata in italiano con frasi senza senso, tipo “Esce ma non mi rosica” e, appunto “Hey lascia entrare Ascanio, l’8 di gennaio”.

Non ci avete ancora capito niente? Sappiate che avete appena partecipato a uno dei pochi veri riti collettivi e visto uno dei meme più vecchi dell’internet italiano.

Tanto per sentirsi un po’ vecchi, tutto nasce nel 2008, quasi 10 anni fa (sì, esatto il 2008 è ufficialmente una data vecchia anche se mentalmente vi sembra dietro l’angolo) quando il misterioso account “celestinocamicia” mette su YouTube il video “Esce ma non mi rosica” ovvero una delle prime canzoni “italianizzate”. Il concetto alla base sta nell’interpretare letteralmente il suono delle parole attribuendogli un significato in italiano che viene rafforzato dai sottotitoli.

Il fenomeno è noto col nome di “Mondegreen” e si basa sulla capacità del cervello di reinterpretare suoni che non capisce con parole conosciute.

Per anni Esce ma non mi rosica è stata uno dei molti meme che girano su internet, è stata diffusa, copiata, condivisa, fino ad arrivare addirittura su Radio Deejay nel 2010. I motivi di tanta fama sono legati alle misteriose vie della viralità. È un pezzo in cui l’italianizzazione è particolarmente efficace ed è anche uno dei primi, tanto da aver praticamente dato il via al fenomeno. Di sicuro vanta innumerevoli tentativi d’imitazione che però non sono mai riusciti a replicarne il successo.

Per anni nessuno ha saputo di cosa diavolo parlasse la canzone né chi l’avesse scritto, ma qualche anno fa è venuto fuori che il pezzo, cantato in farsi, si chiama “Pariya” e l’autore è Shahram Shabpareh, un musicista particolarmente noto in Iran, tuttora in attività e fondamentalmente cristallizzato negli anni ’70 per look, movenze e strumenti suonati (è uno dei pochi che ha ancora l’Air Piano)

Immaginate se Mick Jagger avesse creato i Rolling Stones, ma il gruppo fosse rimasto famoso solo in patria, e un giorno avesse dovuto abbandonare l’Inghilterra diventata di colpo un regime teologico che ha messo al bando la musica rock. Poi molti anni dopo un tizio italiano prende i versi di Paint it black li trasforma in “Penti il blé” e tutti ridono.

Shabpareh ha iniziato a suonare giovanissimo in un gruppo chiamato “Rebels” e inciso più di 20 album a cavallo tra i ’60 e i ’70, diventando di fatto una delle figure di riferimento per la musica rock in Iran, si può quasi dire che abbia creato quasi da solo la scena pop locale. Il suo successo lo ha portato a partecipare anche a numerose pellicole.

Ad aiutarlo ci si è messo anche il regime religioso di Khomeini che dopo la rivoluzione islamica ha sostanzialmente congelato il mercato musicale iraniano, impedendo la nascita di altre eventuali star in patria. Molte comunità iraniane si sono infatti rifugiate negli Stati Uniti, continuando la loro vita come una delle tante nicchie etniche del paese.

Insomma, come se da noi i Pooh fossero ancora una delle figure di spicco del panorama musicale, assurdo no?

ops

La cosa più bella di tutto è che Shabpareh, anche se tempo fa ha suonato in Italia, è probabilmente all’oscuro della popolarità underground di questa sua canzone che, fondamentalmente, parla di amore e vicini di casa decisamente molesti.

Il ritornello di Pariya recita infatti: ehi più bello tra gli angeli/non rimanere sola nel vicolo/i ragazzi del quartiere sono dei ladri/rubano il mio amore/rubano il mio amore.

La cosa più interessante di “Esce ma non mi rosica” è tuttavia la sua persistenza in un mondo come quello dei meme, dove bastano pochi giorni per diventare obsoleti. Eppure se guardiamo le statistiche di YouTube, puntualmente ogni 8 gennaio centinaia di migliaia di persone guardano questo video, e i trend sono persino in aumento.

Il suo segreto forse sta nell’aver superato la viralità del meme ed essere diventato di fatto una sorta di ricorrenza. Non lo citiamo tutti i giorni, ma solo in questo giorno speciale, ecco perché non ci annoia, finché ci sarà qualcuno che l’8 di gennaio farà entrare Ascanio la sua memoria sarà conservata.

Più che un meme dunque, siamo di fronte a un buffo rito collettivo, d’altronde quando c’è di mezzo internet la serietà e la precisione nel trattare le puttanate è un must. A questo punto forse sarebbe il caso di trasformare l’8 gennaio nella festa dell’internet italiano e Ascanio nel suo protettore.

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