N3rdcore Best of 2022
Ognuno di noi ha scelto almeno un prodotto dell'intrattenimento che ha segnato il suo 2022. Con qualche sorpresa e qualche conferma.
L'anno volge al termine e anche noi ci siamo detti "perché non scegliere un prodotto a testa da raccontare ai nostri lettori?". C'è chi ha scelto un gioco da tavolo, chi un videogioco, chi un fumetto e così via.
Come sempre in questi casi non poteva mancare una sorpresa del nostro Grinch redazionale. A voi scoprire qual è.
Cigno: Accademia Lotta del Gioco di Carte Collezionabili Pokémon
Se avete un figlio di 8 anni e lo portate regolarmente a scuola avrete sicuramente assistito a questa scena: un gruppo di bambini urlanti davanti al cancello si scambiano qualcosa pronunciando nomi incomprensibili. Voglio rassicurarvi: non è droga, ma potrebbe essere una dipendenza altrettanto costosa.
È un rituale che si ripete ormai ogni mattina. Per farvi capire meglio l’andamento delle contrattazioni ecco un'immagine esplicativa.
“Pokémon V-Astro”, “Pokémon EX”, “Pokémon GX” sono termini che ho sentito centinaia di volte senza mai dargli troppo peso. Da giovane giocavo a Magic, era già abbastanza. Il gioco di carte collezionabili di Pokémon non mi aveva mai interessato.
Poi al parco è successa una cosa: mio figlio si è messo a giocare a Pokémon con tutti i suoi amici e io mi sono messo a guardare.
“Gioco Dragonite GX che ha 270 di attacco!”
“no ma ragazzi, non dovreste prima giocare la loro versione base?”
“ATTACCO CON DRAGONITE GX!”
“No scusa, ma dove sono le energie per attaccare? Non le hai giocate!”
Ho deciso così di imparare con Pietro e giocare a Pokémon e per Natale ci siamo regalati Accademia Lotta del Gioco di Carte Collezionabili Pokémon. Si tratta di una scatola contenente 3 mazzi da gioco completi da 60 carte, una arena da battaglia e tre guide complete che ti accompagnano nell’apprendimento base del gioco. Il risultato è che io e mio figlio ogni giorno ci prendiamo 30 minuti per una bella sfida Pokémon (al momento siamo 3 a 1 per lui). Giochiamo con i mazzi base per prendere dimestichezza con tutte le meccaniche ma siamo già al lavoro per costruire un mazzo che abbia un senso con tutte le carte che abbiamo a disposizione.
Una volta un amico mi disse: mettete tempo nei vostri regali. Questo è uno di quei regali.
Valentino: Better Call Saul è il The Last of Us Part II + Breath of the Wild delle serie TV
Nel senso che ogni cosa che è arrivata dopo sembra un po’ più pallida di quanto è davvero.
Succede spesso con i capolavori, quelli realmente degni di questo nome, e da quando Better Call Saul si è conclusa ad agosto faccio molta fatica a guardare gli show televisivi con la giusta lucidità di chi dovrebbe semplicemente godersi qualcosa.
Come dopo che The Legend of Zelda: Breath of the Wild e The Last of Us Part II sono arrivati nel mercato dei videogiochi tutti gli altri hanno sempre qualcosa di opaco che salta all’occhio, in un modo o nell’altro, la serialità televisiva come ce l’ha mostrata Better Call Saul non so quando la rivedremo di nuovo.
Non è tanto una questione che ormai siamo invasi perlopiù da prodotti pensati per l’algoritmo delle piattaforme, ma di non vedere spesso la cura per la grammatica visiva, una costruzione dei personaggi e il flusso di dialoghi che lasciano il segno. The Bear di Disney+/FX è stata una sorpresa che mi ha fatto godere, ma dura pochissimo che diamineù
Salvatore: Marvel Snap
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana Ben Brode dirigeva le fila dei designer di Heartstone confezionando il gioco di carte digitali che avrebbe, da li a poco, rivoluzionato il mondo delle cartine digitali. Heartstone è stato amore a prima vista, è stato rabbia, felicità e un portafogli talmente alleggerito da farmi ancora male al solo pensiero.
Poi Brode lascia il team, il gioco va in declino e piano piano me ne disinnamoro, senza mai avere il coraggio di andarmene realmente: ci avevo speso troppo per potermene semplicemente lavare le mani. Un giorno però succede e basta.
Brode fonda uno studio tutto suo, io prometto a me stesso che non avrei mai più speso per un gioco di carte digitali e poi arriva Marvel Snap, figlio di quello stesso autore che tanto mi aveva dato con il mondo di Azeroth e le sue maledette cartine.
È amore. Subito, senza nessun senso. Marvel Snap rappresenta quello che, ad oggi, è il miglior videogioco di carte mai concepito: 6 turni, mazzi da 12 carte, una pool di carte completamente senza senso visto che nessuna di essere è realmente inutile e una meccanica fuori di testa che ti rende ogni partita varia, strategica ed interessante: le location.
Tre luoghi che cambiano in ogni partita che aggiungono effetti vari ed eventuali alle carte in gioco (questo il motivo per cui nessuna carta è realmente utile).
Oltre ad una profondità strategica senza senso il titolo propone addirittura un sistema di progressione tutto particolare basato sulla crescita estetica della propria collezione che fra effetti 3d sulle carte e varianti delle stesse da artisti di tutto il mondo vanta un patrimonio artistico inestimabile… e comunque sì, ci sono ricascato e ci ho speso dei soldi, perché Ben Brode, purtroppo, sa fare fottutamente bene il suo lavoro.
Capitantroll: Leggende Pokemon Arceus
Se avete in casa un qualsiasi modello di Nintendo Switch è probabile che abbiate comprato (o pensato di farlo) uno dei vari titoli Pokemon usciti in questi ultimi anni.
Game Freak lavora costantemente per farci arrivare a saturazione di mostriciattoli tascabili, tanto che in poco tempo abbiamo visto arrivare sugli scaffali e sulle console 3 titoli Pokemon in un anno di tempo.
Sto parlando dei Remake di Diamante e Perla, della nuovissima doppietta Scarlatto e Violetto (di cui potete trovare qui la mia recensione) e di Leggende Pokemon Arceus (anche di questo trovate qui una recensione).Parlando di quest'ultimo, è forse uno dei titoli migliori a cui ho giocato quest'anno. Da un lato c'è finalmente un gioco Pokemon che aggira le carenze tecniche di una console come Switch che punta ad un loop di Gameplay godibile anche per chi non è familiare col brand, dove si semplifica tutto quello che oramai è diventato macchinoso e artificioso e la progressione è studiata per accompagnare il giocatore in maniera armoniosa. Dall'altro lato c'è quella sensazione di avventura e scoperta che si prova in Breath of the Wild o Elden Ring, e fa ridere se si pensa che Arceus non è un open world!
Ogni nuova area ci fa stupire, perché ogni Pokemon presente si comporta esattamente come ci si aspetterebbe, arrivando a vedere in lontananza proprio quel mostriciattolo che manca alla nostra collezione, o a lasciarci a a bocca aperta alzando lo sguardo e trovando un Gyarados che vola sopra una cascata.
Arceus mi ha fatto appassionare, incuriosire, arrabbiare per una cattura andata male o esultare per le sue sfide boss che mi vedevano concentrato a trattenere il respiro schivando attacchi di Antichi dei leggendari!
Quindi, se proprio volete regalarvi un titolo Pokemon per iniziare l'anno, vi suggerisco proprio Leggende Pokemon Arceus!
Felice: La Fortezza
La Fortezza è un’opera in sei volumi - perlomeno quelli stampati finora - nata dalla sfrenata fantasia degli autori francesi Joann Sfar e Lewis Trondheim. In Italia viene pubblicata dalla Bao in bellissimi volumi cartonati, usciti negli ultimi due anni a cadenza semestrale.
L’ultimo arrivato, il sesto volume, appunto, conclude un ciclo di una delle opere fantasy più divertenti e accurate di sempre. Gli autori, infatti, insieme a un grupp di artisti che si sono affiancati in varie storie raccolte nel corso del tempo, oltre ad avere la fantasia dei racconta storie più abili, hanno anche una conoscenza del genere fantasy e una capacità di world building fuori scala.
La fortezza, infatti, ci apre le porte di un mondo sterminato e affascinante, popolato di personaggi iconici, pescando a piene mani nella tradizione del comedy-fantasy che ha radici profonde proprio in Francia.
Non fatevi ingannare dall’idea che La Fortezza sia semplicemente una commedia perché al suo interno non mancheranno intrighi, duelli, uccisioni, sesso, droga e ogni altra amenità che il genere permette di inserire in un’opera.
Nel corso dei sei volumi si incontrano personaggi e situazioni surreali ed estremamente varie: le storie viaggiano su vari periodi temporali, in cui si racconta di volta in volta la nascita, il momento più alto o il crollo della Fortezza stessa e dei suoi abitanti. Pur avendo al suo interno, per forza di cose, tantissimi personaggi, riesce molto facile affezionarsi a loro e alle loro (dis)avventure, prendendo le parti di uno o dell'altro in base al momento.
Per quanto mi riguarda, una delle più belle scoperte fumettistiche degli ultimi anni e un'opera che lascerà il segno, così com'è stato - giusto per parallelo in chiusura - con Bone di Jeff Smith.
Luca: A tutto mainstream
Per me il 2022 è stato un anno strano, a causa di un bel po’ di cose che ho fatto (per lavoro), quindi di tempo per seguire le uscite e le novità ne ho avuto poco. Ho dovuto scegliere cosa guardare, leggere, giocare, e alla fine mi son buttato sul supermegaiper-mainstream.
Ho giocato a Horizon Forbidden West, a GT7 e a Stray (sì, ho una PS5): se non ci avete giocato, recuperateli. Il primo è un ottimo upgrade del primo capitolo: più bello (anche su PS4), con dinamiche di gioco e powerup migliorati che fanno la differenza. Di Gran Turismo che vuoi dire: è un gioco pazzesco per chi ama le auto. Stray è una bella idea: peccato non sia stata sviluppata quanto avrebbe potuto.
Ho letto libri un po’ complicati e di nicchia, ho riletto soprattutto fumetti (e manga) di una certa età: tipo, se vi dico di recuperare Slam Dunk mica sbaglio (io, in un momento di follia, me ne sono comprato 2 o 3 tankbon della nuova edizione pur possedendo l’edizione del 1997). Insomma, qui non ho molto da dire.
Da guardare, faccio due scelte veramente ma veramente mainstream: Top Gun Maverick e House of The Dragon. E vi spiego perché. Il primo era un salto nel buio: regista cambiato (per forza), una pietra miliare della cultura anni ‘80, un immaginario che era veramente complicato da attaccare. E invece. E invece hanno azzeccato praticamente tutto, adesso che è uscito finalmente su Paramount+ me lo sto riguardando con estremo piacere.
Il secondo era un azzardo: dopo l’enorme successo planetario di Game of Thrones, che però aveva avuto un finale che non aveva lasciato tutti soddisfatti (io, a dirla tutta, non sono tra gli scontenti), rimettersi in gioco con un prequel era un percorso irto di difficoltà. E invece. E invece hanno saputo giocarsela alla grande sulle emozioni, sulla tensione tra i personaggi, sui dialoghi: se penso a quello che mi aspettavo da Gli Anelli del Potere (e non è stato), e a come è cresciuto in qualità puntata dopo puntata questo HotD, c’è da sperare in almeno altre 3 o 4 stagioni di livello.
Davide Costa: Peacemaker
In un anno pieno di buone serie e buoni film cito la serie che se probabilmente non è la migliore di sicuro è quella che mi ha stupito di più. Pur seguendo James Gunn dai tempi del suo ottimo horror Slither, i suoi film per Marvel e DC mi hanno lasciato freddino, per cui dopo aver visto il suo Suicide Squad sono arrivato al pilot di Peacemaker incuriosito dal vedere John Cena come protagonista ma pure, lo ammetto, un po’ prevenuto.
Per fortuna mi sono sbagliato e la serie si è rivelata tra le migliori e più divertenti dell’anno. In larga parte grazie a una scrittura attenta e sopra la media, a un ritmo sempre ben ragionato e a un cast, per me, molto molto azzeccato.
Di sicuro John Cena è il perno su cui si regge tutta la serie, non solo perché interpreta il protagonista ma per come riesce a interpretare le sfumature di Peacemaker, dando spessore a un personaggio respingente usando quella che, per quanto mi riguarda, è la migliore feccia nella faretra di Cena: una solida comprensione del tono e dei tempi comici.
Sì, in Peacemaker ci sono momenti emotivamente pesanti, ma se quelli funzionano è perché le parti comiche, quelle ironiche, quelle edgy sono rese benissimo da Cena, che ha sempre mostrato un’attitudine aggiustata per la comicità già sul ring della WWE portata poi sullo schermo in piccole parti e cameo come in Trainwreck e Daddy’s Home o ancora di più nel più recente Vacation Friends.
Per me una serie molto molto divertente, molto sorprendente e che fa sperare benissimo per una prossima stagione.
Lorenzo: Pentiment e la voglia di imparare
Odio le classifiche di fine anno come poche cose, perché sono così tante le opere, di ogni tipo, che potrebbero piacermi che ridurre tutto a una o comunque poco scelte lo trovo un delitto verso il gusto di godersi tutto ciò che il mondo ha da offire.
Però se vogliamo stare al gioco, per un bel po’ sono stato in bilico tra Andor e Pentiment. Entrambe sono opere che mi hanno fatto riscoprire qualcosa: Andor il gusto di Star Wars, pur essendo una serie così lontana da Star Wars da ritrovarsi per le strade di Falluja a raccontarmi il punto di vista dei talebani e Pentiment per la riscoperta di un piacere antico, della passione per la storia, per l’indagine, per l’approfondimento.
Non si può non amare Pentiment, anche solo perché è un gioco che ti fa sentire sia stupido che intelligente allo stesso momento. Intelligente perché lo senti che dietro quella narrazione apparentemente molto semplice c’è tutto un subbuglio di idee e spunti che si muovo spesso in fase subliminale, stupido perché ti mette di fronte ai tuoi pregiudizi, ai tuoi dubbi, all’impossibilità di afferrare una verità che sia completa, soddisfacente, finale.
E poi è un gioco che a tradimento sa colpirti dove fa più male, nelle tue certezze, nel tempo che passa, nelle persone che abitano la tua vita e poi spariscono, nelle tue aspirazioni di giovane che diventano i rimpianti dell’uomo e anche nelle tue ossessioni.
Non so se è il miglior gioco dell’anno in senso assoluto, ma di sicuro è quello che mi ha fatto stare meglio e mi ha fatto venire voglia di tornare quella persona che conosceva le cose non solo perché gli tornavano utili, ma per il gusto di conoscerle, per coltivare la conoscenza come un bel vizio e non per l’utile. Riuscirò a farlo nel 2023? Pentiment ci ricorda che non tutti dipende da noi, anzi, molto poco, ad esempio: ho scritto queste righe e adesso penso che forse dovrei premiare l’adorabile caos di Vampire Survivors. Ops.
Tanz:
Non fate investimenti emotivi.