Altered: l'ennesima rivoluzione dei GCC è possibile?
Altered è un gioco di carte collezionabili edito da Asmodee che promette di rivoluzionare il genere. Sarà vero?
Capita molto spesso, specie nel panorama dei giochi di carte collezionabili, che l’ultimo arrivato entri a gamba tesa sul mercato con slogan roboanti che promuovono questa o quella rivoluzione nel genere.
Altrettanto spesso dietro questi progetti ci sono nomi piuttosto importanti, basti pensare a Garfield e a tutti i titoli di carte che ne vedono la firma ma che per un motivo o per un altro finiscono per scomparire dalla scena.
Proprio per questo mi dico sempre di non cascarci, ma se state leggendo questo pezzo è evidente che sono inciampato nuovamente in un progetto simile perdendomi completamente nella sua offerta e nella sua “rivoluzione”.
Di cosa parla
Altered è un titolo che vuole provare ad innovare uno degli aspetti più controversi del mondo dei giochi di carte collezionabili, il mercato, puntando ad una formula realmente innovativa per il genere che possa mettere al centro dei pensieri del giocatore il giocare e non il dover cercare le carte necessarie ad un prezzo ragionevole.
Sì, propone anche un gameplay interessante e a modo suo “innovativo” e, come sempre per titoli di questo spessore, si porta dietro un nome illustre, quello di Régis Bonnessée conosciuto principalmente per Dixit o Seasons.
Il titolo sembra aver convinto nelle sue intenzioni così tanto che la campagna Kickstarter, ancora attiva, ha raggiunto la cifra richiesta in una manciata d’ore, ha già trovato un publisher (Asmodee per l’Italia), ha una versione online ufficiale giocabile gratuitamente su Board Game Arena con centinaia di giocatori attivi e una data d’uscita nei negozi fissata per il prossimo Luglio.
Insomma, al netto di tutto Altered ha già convinto, e parecchio, appassionati e addetti ai lavori che lo considerano già un prodotto di successo e il motivo è presto detto: il gioco funziona, funziona molto bene e la proposta “rivoluzionaria” ha l’aria di essere più concreta di quel che sembri.
Altered propone, infatti, un sistema piuttosto “anomalo” nel suo impianto “collezionistico”: ogni carta presenta un QR code stampato, che ripercorre un po’ la storia della carta, tramite il quale è possibile inserirla all’interno della propria collezione nell’apposita app.
Tramite questo è possibile identificare univocamente la carta in questione o richiedere la stampa, on-demand, della stessa direttamente ai produttori qualora questa si sia rovinata, sia andata rubata o perduta.
All’interno della stessa app è possibile vendere, scambiare o comprare le carte da altri giocatori andando a creare un mercato interno ufficiale che non sia quindi soggetto a tutti i tipi problemi dei mercati terzi a cui sono soggetti tutti gli altri titoli del genere.
Indubbiamente si tratta di un sistema piuttosto particolare che basta e avanza per raddrizzare le antenne di tutti i giocatori e collezionisti del mondo che anche solo per curiosità si fermeranno a provare con mano il titolo.
Una volta fermati a provarlo con mano ci si ritrova un gioco di carte che ha più l’aria di essere un “gioco di carte da tavolo” più che un gioco di carte collezionabili vero e proprio e la cosa non stupisce molto visti i nomi di chi sta dietro al progetto. Non deve spaventare però questo genere di impianto di gameplay perché, come proverò a spiegare fra poco, il titolo funziona piuttosto bene.
Le carte in Altered si dividono fra unità, magie ed Eroi, questi ultimi danno una sorta di identità al mazzo che si va a costruire offrendo un “potere eroe”, attivo o passivo, da utilizzare all’interno della partita.
Infine abbiamo le rarità che rappresentano un ulteriore tassello nel concetto “rivoluzionario” che Altered vuole mettere in gioco: per ogni carta è possibile che esista la versione più rara con un effetto migliore della versione meno rara. Ad esempio possiamo trovare Giovanna D’Arco base che evoca una 1/1/1 (poi capirete meglio), quella più rara che costa un mana in più e ne evoca due, o quella ancora più rara che ne evoca due ma 2/2/2.
Ammetto che è un sistema non proprio intuitivo e piuttosto “strano” anche perché nonostante sulla carta la versione più rara sia “più forte” non è detto che all’interno di un mazzo si debba preferire quella rispetto alla versione meno rara. Insomma di certo è necessario metterci le mani sopra prima di potersi esprimere al meglio su questo specifico aspetto del gioco.
Le regole
Messa da parte la questione “carte”, vediamo un po’ meglio come funziona il gioco che ho potuto provare per un po’ di partite su Board Game Arena anche se è possibile scaricare dal sito ufficiale i mazzi precostruiti print&play così da poterci giocare effettivamente sul tavolo.
Il gioco si svolge su una plancia che presenta al centro delle carte terreno, 8 in tutto, disposte su una fila centrale. Solo le due alle estremità sono scoperte, mentre le altre sono tutte coperte.
Su queste carte sono stampati dei simboli che identificano i biomi del terreno (foresta, lago o montagna) che rappresentano il modo in cui possiamo vincere su quel particolare terreno.
Infine ci sono due pedine, quella Eroe e quella Compagno, ai due estremi della fila di carte terreno sulle prime carte scoperte.
Lo scopo del gioco è far incontrare le proprie due pedine, eroe e compagno, all’interno della stessa carta terreno: quando questo succede si ottiene la vittoria istantanea.
Ogni carta ha due costi stampati, quello per giocarla dalla mano e quello per giocarlo dalla riserve (che può essere uguale, più alto o più basso), presenta degli effetti e delle statistiche su tre biomi: ad esempio posso avere una carta che è una 1/1/1, che significa che questa mi da un punto su ogni bioma.
Quando si gioca una carta viene pagato il suo costo in mano e la si gioca sul lato dell’eroe o su quello del compagno andando a generare quindi i punti per il giocatore che le ha piazzate.
Alla fine del round corrente vengono contati i punti per i biomi su cui è presente la pedina compagno o eroe e il giocatore che ha la maggioranza sposta di uno spazio la pedina (l’eroe verso destra e il compagno verso sinistra).
Infine tutte le carte non pedina vengono rimosse finendo nella riserva (che ha una capienza massima, salvo eccezioni particolari, di due carte) che rappresenta quindi una sorta di “estensione” della propria mano.
Il mana viene generato inserendo una carta all’interno della propria riserva una volta per round all’inizio del proprio turno.
Il flusso di gioco, infine, vede i due giocatori giocare una carta a testa per volta finché tutti e due non hanno passato. Nel momento in cui entrambi i giocatori passano il round si conclude e si contano i punti sui terreni.
Se sembra complesso è perché, in effetti, lo è: la curva di apprendimento, è bene dirlo, non è delle più semplici ed è proprio per questo che assomiglia più ad un gioco da tavolo che ad un gioco di carte vero e proprio anche se una volta presa coscienza di tutte le meccaniche si entra nel gioco con una certa “naturalezza” e le partite, molto veloci, volano letteralmente.
Il gioco presenta una cura estetica ed artistica notevole che lo rendono anche di presenza incredibilmente piacevole, ma anche questo non stupisce più di tanto visti i nomi degli autori.
Insomma, è difficile dire se Altered potrà avere o meno un futuro concreto nel mondo delle carte collezionabili o se riuscirà realmente ad imporre un modo tutto nuovo di collezionare le carte, quel che è certo è che il suo gameplay è intrigante e una partita chiama l’altra facendo passare il tempo fin troppo velocemente e questo vuol dire che il gioco a modo suo funziona.
Se la scommessa del team di sviluppo sarà vinta o meno lo potremmo decretare solo all’uscita reale del gioco, anzi, qualche mese più tardi, scoprendo quanto quello che ha da dire saprà convincere i giocatori.