

65 - Fuga dalla Terra avrebbe bisogno di una visita a Jurassic Park
65 - Fuga dalla Terra è un tentativo di creare un thriller dalle tinte horror con i dinosauri, peccato si siano dimenticati delle specie.
Sbagliare un film sui dinosauri è molto difficile ma a quanto pare è stato possibile per 65 – Fuga dalla Terra, promosso come unione tra le menti di A Quiet Place e Sam Raimi con Adam Driver protagonista. Ambientazione fantascientifica, vaghe tinte horror e un mondo cupo da esplorare incasellato nella Terra giurassica in una sorta di Jurassic Park dalle tinte meno scientifiche e più survival.
In effetti le mie aspettative, dai solo ingredienti, erano molto alte e tutto sommato reputavo difficile riuscire a cannare qualcosa con questi presupposti. E invece ero fin troppo ottimista.
Partiamo dal principio, 65 – Fuga dalla Terra utilizza l’espediente di una razza aliena completamente uguale agli umani in ogni cosa, dalle parvenze tecnologiche fino alla gestualità o alle tattiche militari. Durante una missione di esplorazione di mondi lontani con capsule criogeniche al seguito, altrimenti non sarebbe un horror sci-fi, la nave incontra i prevedibili problemi legati a un campo di asteroidi mentre è inserito il pilota automatico.
C’è quindi lo schianto su un pianeta di fortuna – in questo caso la Terra – e la perdita di tutte le capsule tranne una: quella in cui c’è la seconda protagonista del film, la giovane Ariana Greenblat che interpreta Koa.
L’obiettivo di Adam Driver e della nuova compagna di fortuna, la quale non parla bene la lingua del nostro soldato, è raggiungere le scialuppe di salvataggio e fuggire dal pianeta. Peccato che ci saranno diversi dinosauri a braccare i due e a creare una serie di situazioni pericolose tra la giungla imperante e il rapporto preda-predatore che contraddistingue questa particolare epoca della nostra storia planetaria.
Viene a crearsi un rapporto padre-figlia proiettato con gli occhi di un passato burrascoso di entrambi, poiché lei ha perso i genitori nello schianto e lui invece ha rinunciato a del prezioso tempo con la figlia malata proprio per ottenere il denaro necessario a curarla attraverso la missione alla mano.
Idealmente questa è una situazione che si è già vista mille volte, sfociante nel classico rapporto conflittuale lentamente appiattito e rasserenato dal corso delle circostanze fino al “volemose molto bene” finale. E qui c’è un filo di questo concetto, ma rimane flebile per via della insensata barriera linguistica posta tra i due e che praticamente uccide qualsiasi dialogo, anzi direi che il silenzio regna imperante per il 70% di 65 – Fuga dalla Terra.
Accoppiatelo con un’ambientazione praticamente sempre scura e una colonna sonora inesistente, l’unico risultato possibile è un tedio infinito senza alcun tipo di redenzione. E allora la speranza per la sveglia dei sensi torna ai dinosauri, elemento portante del film e sicuramente la sua caratteristica più peculiari, almeno in potenza.
Nell’esecuzione, Adam Driver e figlia adottata incontreranno unicamente dei velociraptor fatti anche abbastanza maluccio, sicuramente non all’altezza degli standard odierni. Ogni singolo incontro con i dinosauri, se non per due eccezioni, è dominato dai velociraptor cattivi e non ci sono altri guizzi biologici da cui attingere, neanche per una mera ricerca sul tipo di pianeta in cui si è capitati.
Paradossalmente 65 – Fuga alla Terra è quasi disinteressato al fatto che quella sia la Terra, non c’è neanche il tentativo da parte dei due di capire qualcosa sull’ecosistema in cui sono finiti, figuriamoci se quantomeno dimostrano un minimo di curiosità sulle creature o altro. I due si limitano ad andare dal punto A al punto B il più velocemente possibile e senza tante chiacchiere o domande, esattamente come farebbe un videogiocatore nella quest di scorta più noiosa che si possa pensare.
Ed è un peccato perché Ariana Greenblat fa un lavoro eccellente nel caratterizzare un personaggio non comprensibile, anzi è sicuramente quella più comunicativa nella coppia di attori. Si vede l’urgenza di scoprire il destino dei genitori, di trovare un punto di riferimento e di essere spaventata da ciò che succede, convertendo poi tutto in determinata crescita forzata.
Tutto il resto però non va, non è incisivo e malapena riesce a essere discreto per quel che vuole fare. Non c’è nulla di memorabile in 65 – Fuga dalla Terra, perfino la scena finale e l’utilizzo dei T-Rex faticano a creare un momento topico di risoluzione per l’avventura giurassica degli alieni. Il film non riesce neanche a essere brutto perché per fortuna gli attori riescono a dare la giusta qualità a una sceneggiatura più che carente, allo stesso tempo però non lo definirei neanche bello o accettabile. 65 – Fuga dalla Terra è in un limbo etereo in cui perfino i pop-corn risultano pesanti da digerire.